Verso fuori.

Categoria: Pensieri

La Volpe Rossa

Chiedo scusa se sfrutto lo spazio di Fuere, solitamente dedicato ad altri temi, per cercare di dare un po’ di visibilità a questo. Mi è capitato, in maniera del tutto casuale, di ritrovare delle videocassette che erano state registrate negli anni novanta, quando ero bambino, contenenti alcune puntate di un bellissimo cartone animato. Si intitolava “Le avventure del bosco piccolo”, oppure “Volpe, Tasso e compagnia”, ma io l’ho sempre  chiamato solo “La Volpe Rossa”. Parlava di un gruppo di animali selvatici che, a causa della distruzione del loro bosco operata dagli esseri umani, si mettevano in viaggio, insieme, verso una riserva naturale: il parco del Daino Bianco. È stata l’occasione per ripescare un po’ di ricordi silenti, e riattivare qualche polveroso circuito nervoso.

Non so che senso abbia, quando ormai uno ha superato il ventennio d’età, consigliare la visione di un cartone animato. Tuttavia, di fronte all’ingombrante massa di porcherie che passano oggigiorno su tutte le reti televisive, penso che citare un esempio positivo, trasmesso dalla Rai qualche tempo fa (anche se nel mio caso è una vita), possa far riflettere maggiormente su quale debba essere il ruolo dei mezzi di informazione, in particolar modo per l’educazione.

A presto.

Ancora sulla ricerca…

Riporto come articolo, per questione di comodità, il commento di Luca e la mia replica al post LHC: collisione a 7 TeV ! del 30 marzo 2010.

Cari …Giovanni e caro Fabio ,
non è che alla gente non gnene frega niente di sti acceleratori di energia minimale …forse molti non sono acculturati , ma noi scienziati seri sappiamo che tale grande anello non serve per capire l’universo e da dove veniamo …questi investimenti servono solo a spendere dei soldi pubblici per mantenere “pseudoricercatori” a stipendio …in uno stipendificio pubblico a costi vostri …invece che mandarli a lavorare nel privato …dove nemmeno si guadagnerebbero il pane ….
E’ nel privato che si fà vera ricerca …e dove purtroppo non essendoci stipendifici pubblici non arrivano finanziamenti …quindi il tutto va avanti lento per la sola disponibilità dei finanziatori privati e degli imprenditori o scienziati privati….
La più grande scoperta del secolo o del millennio è la macchina per la “ex fusione fredda” …..è la realizzazione di privati (Ing. Rossi e prof.ss Focardi in pensione) …insieme a molti ricercatori privati (tra cui il sottoscritto) ….senza finanziamenti e nessun scienzato stipendiato …vuole ammettere di rubare il pane a tutti voi e noi …di tutto questo scritto sopra …nulla l’uomo può giovarsene per l’energia e per conoscere l’universo .
Sono solo grandi e costosi giocattoli per scontrare automobiline e vedere dove finiscono i pezzi…inutilmente
Poi ci fanno libri e “scienza” ma è solo sperpero del denaro pubblico.
Peccato che sono Italiani e il governo Italiano non si accorge di avere in casa la soluzione per l’energia del Paese …e del mondo .

a presto

Innanzitutto ci tengo a precisare che non sono un ricercatore ma uno studente di Fisica che ha appena concluso il primo anno di Università. A causa di ciò, non conosco il mondo della ricerca e posso riportare solo le impressioni che ricevo indirettamente. Detto questo, dissento in maniera completa dal suo pensiero. Non credo che le macchine e i progetti di ricerca del CERN siano una montatura per mantenere a spese pubbliche ricercatori che non fanno nulla dalla mattina alla sera, facendo “scontrare le macchinine per vedere che vanno a pezzi”. Esiste certamente una vasta parte della popolazione mondiale che vive parassitandosi su tutti gli altri: in Italia, penso a una vasta parte di coloro che si impegnano in Politica, a certa imprenditoria che costruisce e cementifica per buttar giù e guadagnarci, a Silvio Berlusconi e al suo gregge di servi, a tre quarti del Meridione, alla Santa Romana Chiesa Cattolica. Direi, anzi, che il parassitismo è caratteristica fondante del nostro essere italiani, nel Sud come nel Nord. Nel Mondo penso a tutte le Dittature, ai quadri militari e agli eserciti, come l’Alleanza Atlantica, ai mercati finanziari (in questi giorni è sotto gli occhi di tutti quanto la mano invisibile di Adam Smith ci faccia del bene). Ometto una grande entità statale perché ce n’é già abbastanza per mettermi in carcere se mi capiterà di andarci ancora. Non annovero tra questi i ricercatori pubblici. Per quanto riguarda l’utilità dei progetti di ricerca pura, rimando ad un post che ho scritto nel 2008, La ricerca pura, che è anch’esso la risposta ad un commento di una lettrice estremamente scettica che ho trovato sul blog http://tuttoqua.wordpress.com/2008/09/09/esperimento-cern-diretta-via-web/.

Sono scettico anche riguardo alla sua affermazione “È nel privato che si fa la vera ricerca”. Progetti di ricerca riuscitisimi come il telescopio spaziale “Hubble” non sarebbero mai potuti sorgere dalla volontà di un’ unica entità privata (ma forse per lei i ricercatori dell’ ST-ECF e dello STSI rappresentano solo uno spreco di denaro, gettato a mare per attività ‘inutili’ come l’astronomia), per via dei costi ma soprattutto dell’interesse. Un imprenditore, a meno che non si tratti di un miliardario al sicuro da tutto, non ha alcun interesse immediato verso un progetto che non può, a breve termine, portargli un vantaggio economico. In Italia, addirittura, la gran parte non ha interesse neanche per quello che potrebbe portargli un vantaggio economico a breve termine, cioè la ricerca applicata. Se la ricerca e l’università dovessero essere subordinate ai capricci dei privati, che in Italia è la direzione che si è presa, alla luce dell’ultima riforma universitaria della nostra candida ministra dell’Istruzione, ci sarebbero campi che rimarrebbero insondati e privi di finanziamenti. Nel sistema economico che pratichiamo, il privato agisce per il proprio tornaconto.

Lo dimostra anche il fatto che l’ingegner Rossi, da lei citato nell’ambito della fusione a freddo, non abbia ancora voluto pubblicare per intero le tecniche che stanno alla base del funzionamento del suo dispositivo, che fa leva sull’utilizzo di addiviti segreti, come ho sentito dire di sua bocca in un servizio trasmesso qualche mese fa sul terzo canale della televisione di Stato, in onda dopo un programma d’inchiesta. Se davvero è la scoperta del millennio, cosa diavolo importa all’ingegner Rossi di tener segreta la sua miracolosa miscela finché non gli abbiano concesso il brevetto? Sono in gioco interressi economici. Ammetto di non essere particolarmente informato al riguardo (se vuole, visto che lei dice di aver collaborato alle ricerche, potrà fornire ulteriori dettagli ai lettori del sito e a me), ma so che il processo coinvolge la fusione tra Idrogeno e Nichel. Se davvero ciò è possibile, non c’é motivo di non felicitarsene: significa che la teoria fisica utilizzata fin’ora, che prevede per la fusione di nuclei più pesanti di quello del Ferro un assorbimento d’energia, è sbagliata, e che, per spiegare il funzionamento della macchina, se ne dovrà costruire una nuova. Potremmo allora tutti usufruire dell’energia prodotta da dispositivi come quello dell’ingegner Rossi. Ma, fintantoché non sono pubblici i risultati delle ricerche non si può costruirci sopra niente di onesto e trasparente. E non credo alla tesi complottista dei ricercatori pubblici “cattivi” che rigettano questi risultati solo perché vogliono tenersi salda la poltrona. Vuoi vedere che in tutto il mondo non c’é qualcuno disposto a sentire le vostre ragioni e a tentare di chiarire la faccenda? Ma, ripeto, come si fa finché il processo è sotto segreto?

Infine, non amo le persone che per presentarsi parlano male degli altri. Ho constatato una certa demagogia nel suo intervento. Benché sia un normalissimo studente conosco alcuni di coloro che lei definisce ‘pseudoricercatori’ e li reputo persone per bene, che compiono una vita dignitosa, spesso con molti sacrifici. Se il senso del suo commento è quello di crearsi una sponda, direi che non le è andata bene. Se invece lei è in buona fede, la prego di rispondere della sua ricerca, chiarendomi, ad esempio, che tipo di nuclide risulti dal processo di fusione, e le chiedo inoltre, essendo in contatto con l’ingegner Rossi e il professor Focardi, di dir loro da parte mia di rendere pubblici tutti i dettagli del loro dispositivo, per maggior beneficio dell’umanità. Di sicuro, dopo una vita di ingegnere e di professore universitario non avranno problemi economici,… beninteso, sempre se gli speculatori internazionali non decideranno altrimenti.

GC

La ricerca pura

Riporto un mio intervento sul blog http://tuttoqua.wordpress.com in risposta ad un commento di una lettrice, Ilaria, critica nei confronti della “ricerca pura”. Il suo commento ed il mio sono riferiti ad un post che parla del Large Hadron Collider (LHC), al quale la commentatrice imputava di richiedere troppi soldi, che avrebbero potuto invece essere utilizzati per dar cure alle persone con malattie gravi e aiutare i popoli del terzo mondo.

Tuttavia, Ilaria, è proprio da ricerche apparentemente inutili che sono arrivati molti miglioramenti alla vita. Nel XVII secolo, furono inventati i numeri complessi: questi numeri servono a estrarre le radici quadrate di numeri negativi. All’apparenza, sembra che non servano assolutamente a niente, vero? Ma, guarda un po’, senza questi numeri non si potrebbero descrivere le onde elettromagnetiche. E non credo che tu faresti a meno di radio, televisione, cellulare, fasci di raggi X che ti fanno le radiografie, di raggi laser che ti curano gli occhi, di elettroni, che nei microscopi elettronici, vengono usati per studiare le strutture microscopiche delle molecole per fabbricare farmaci per bloccare la trascrittasi-inversa del virus dell’AIDS. Al sincrotrone di Trieste, un LHC in miniatura, vengono prodotti fasci di raggi X tanto concentrati che permettono di studiare un sacco di cose, dagli OLED, ai farmaci, e che servono anche per curare i tumori.

Se cinquanta anni fa, nella mia zona di campagna, uno fosse saltato fuori a dire “Farò un ageggio che vi permetterà di sentire le persone dall’altra parte della Terra come se fossero accanto a voi!”, non ci sarebbe stato uno solo che gli avrebbe creduto. E invece poi, grazie a ricerche apparentemente inutili (”Chi se ne frega se la stratosfera riflette un po’ di microonde? La stratosfera non cura la tubercolosi!”) questi oggetti sono stati inventati ed oggi sono di grande aiuto anche per la comunicazione veloce in caso di emergenze sanitarie.

Alla stessa maniera, potrei dire “Chi se ne frega se gli se la materia è fatta di atomi, e se questi sono fatti di protoni, neutroni ed elettroni?”. E invece, proprio grazie a queste scoperte, la chimica ha fatto passi da gigante, e oggi ci sono le cure per molte malattie. Che poi queste cure non vengano portate a sufficienza nei posti dove ce n’è bisogno è vero. È vero che si investono pochissimi soldi per migliorare il tenore di vita delle persone più sfortunate di noi. Ma se questi soldi devono essere tirati fuori, non è alla ricerca che vanno tolti. Perché se oggi possiamo dare una mano a i bambini con l’AIDS in Africa è grazie alla ricerca. Tutta.

Molte persone pensano che la ricerca pura non serva a niente: non sanno che in ogni cosa che rende la loro vita migliore, non ci sono solo tasti da premere e luci da accendere, o mouse da cliccare, timer da impostare, o pastiglie da prendere. Ci sono lunghi studi, fatti di tentativi e di sconfitte, di gente che talvolta è anche morta per fare i suoi esperimenti, come Marie Curie, che ha scoperto la radioattività. E il perché del funzionare di queste cose sta in quelle leggi che si scoprono con le macchine come LHC.

Ed essendo queste leggi quelle che governano lo svolgersi di tutti i fenomeni, bisogna poi saper decidere se usare le loro applicazioni per farci evolvere ancora un po’, come si sta tentando di fare al CERN, o se si vuole restare nell’ignoranza completa e, di conseguenza, usarle per distruggerci completamente con le bombe atomiche.

Forse tu, Ilaria, saresti a favore del secondo scenario: dopotutto l’umanità ne gioverebbe molto: niente più problemi, niente più fame, niente… niente di niente.

L’articolo originale è disponibile qui: http://tuttoqua.wordpress.com/2008/09/09/esperimento-cern-diretta-via-web/

Il commento di Ilaria è il quarto, il mio il settimo.

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