Musiche:
The time to run (Finale) – Dexter Britain
Synthetic Truth – digitalr3public
Mentre aspetto che sul server a Monaco terminino le simulazioni delle curve di luce e le analisi dei dati Fermi-LAT della Pulsar del Granchio e di Geminga, finisco per mettermi a giocare con un planetario virtuale…
Forse sarà capitato anche a voi di vedere, la scorsa primavera, un astro brillante a occidente, nelle luci del crepuscolo. Venere ci ha accompagnati per l’intera durata della grigia quarantena, e a me piace immaginare che l’abbia fatto apposta per farci compagnia. In realtà il periodo serotino di visibilità del pianeta più luminoso era iniziato prima che cominciassero le nostre magagne: l’avevo già vista, balenante, a tardo Novembre… dall’Australia.
I movimenti di Venere, visti dalla Terra, hanno affascinato sin dall’antichità molti popoli terrestri. La ragione è che si ripetono con una certa regolarità: il periodo sinodico di Venere (il tempo che intercorre tra due passaggi ravvicinati di Venere e la Terra) è di 583,92 giorni, circa un anno e sette mesi. Cinque di questi periodi sono quasi esattamente otto anni terrestri e tredici anni venusiani: passato questo intervallo di tempo Venere e la Terra si ritrovano nuovamente in posizioni relative simili, e il girotondo inizia di nuovo.
Ma il quasi del paragrafo precedente è importante. La Terra e Venere non sono in risonanza orbitale tra loro, come sono invece tre delle quattro lune di Giove, come pure Nettuno e Plutone. Ogni periodo, l’orbita avanza di poco più di due gradi. Ne risulta una danza secolare di Venere, che così ci regala i suoi rari e preziosi transiti. In questo grafico, che sembra una strana fibbia decorata, si può vedere la posizione di Venere rispetto al Sole tra il capodanno 2020 e quello del 2028. Il Sole è al centro della figura, alle coordinate (0,0): gli assi orizzontale e verticale sono rispettivamente la longitudine e la latitudine eclittica, ossia quanto Venere dista dal Sole, rispetto al piano dell’orbita terrestre. Il colore della traccia indica invece la declinazione di Venere, quanto è distante dall’equatore celeste.
La bella stella della sera che mi ha alleggerito il cuore questa primavera è il tratto di un giallo molto brillante a sinistra. Da quella parte compaiono le apparizioni serali di Venere, mentre quando Venere è a destra del Sole la si vede all’alba come stella del mattino. Lo scorso giugno, Venere si è “tuffata” a precipizio sul Sole ed è adesso visibile la mattina presto: è la lunga linea diagonale gialla che attraversa il grafico. Le stagioni terrestri si possono leggere attraverso i colori, perché Venere non si sposta mai molto dal Sole e ne segue pressapoco i movimenti nel cielo. I tratti blu scuro e viola sono i nostri inverni boreali, mentre quelli gialli le estati. Chi di voi avesse la pazienza di seguire la traiettoria e di contare quante volte si passa dal giallo al viola, scoprirebbe che sono otto, come gli anni che il ciclo impiega per ripetersi.
Ma come riuscire a vedere la danza secolare di Venere? Niente paura, con un po’ di pazienza il mio calcolatore è riuscito a fare un piccolo video di ciò che nella realtà sarebbero circa 1100 anni! Ogni fermo immagine mostra un ciclo ottennale come quello che vi ho appena mostrato e ce ne sono dodici al secondo: il questo video i secoli passano come secondi…
Non è bellissimo? È come un complicato e affascinante anello. I tratti in primo piano, siano essi chiari o scuri, corrispondono alle congiunzioni inferiori di Venere, quando passa molto vicina alla Terra. La data e l’ora in basso a destra indicano la più stretta di queste congiunzioni in quel ciclo (sempre che riusciate a leggerla…). Ogni tanto la data diventa in grassetto: significa che avviene un transito di Venere. Questi arrivano a coppie separate, ovviamente, da otto anni. La distanza tra le coppie è di 105 o 121 anni, due volte a giugno e due a dicembre. La simmetria della “danza” fa sì che i transiti si ripetano di nuovo, dopo 243 anni, circa uguali. Gli ultimi sono stati (ahimè!) nel giugno 2004 e 2012. Una persona che nasce oggi avrebbe 97 anni quando avverrà il prossimo, e di certo qualcuno ce la farà.
La danza di Venere resterà sempre uguale? No, le perturbazioni secolari nei moti dei pianeti del sistema solare fanno si che, a lungo andare, tutto si rimescoli un poco: il sistema solare è un sistema caotico (ma non casuale!). Ma non disperate: la prossima volta che vedremo Venere così alta in cielo al tramonto sarà nel 2028, e poi nel 2036, nel 2044,… ce ne vorrà del tempo perché le nostre Venere e Terra si stanchino di ballare! E intano, già che chi siamo… perché non balliamo un poco anche noi?
A presto!
“Quanto sono stanco!”, disse G mentre usciva dall’ufficio. Erano le dieci di sera passate e una pioggerellina fredda, leggera, molto bavarese, era appena finita di cadere dalle basse nuvole grigie e rigonfie. “Dove sarà andato K?”, si chiese, guardandosi attorno e cercando il collega cui aveva promesso di dare un passaggio. Era scomparso. “Poco male”, pensò, “Sarà andato in bicicletta al portone del castello. Sono così stanco…”
La portiera si chiuse pesante dietro G, ed eccolo, fu ancora una volta al volante, di nuovo presente, adesso. “Un giorno o l’altro finirà pure questo andirivieni”, pensa, mentre avvia il motore e inserisce la retromarcia. Si fa strada un’idea nella sua testa: prendere l’autostrada. “A quest’ora non ci dev’essere nessuno, così arriverò a casa prima e potrò finalmente dormire…”
E sia. Svolta a destra nel Ring, che a quell’ora è effettivamente poco trafficato, passa sul ponte e sotto il cavalcavia, seguendo la carreggiata il cui colore scuro non si distingue, nella notte, dal resto del paesaggio. Ma invece di svoltare a destra per lo svincolo della statale, prosegue dritto, verso la scultura.
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