Maurizio ha realizzato una versione metallica del compasso iperbolico, che funziona senz’altro meglio del mio vecchio e squinternato modello! Il link alla sua pagina è http://web.tiscali.it/bernardi/compasso%20iperbolico.htm.
A presto, ciao!
Maurizio ha realizzato una versione metallica del compasso iperbolico, che funziona senz’altro meglio del mio vecchio e squinternato modello! Il link alla sua pagina è http://web.tiscali.it/bernardi/compasso%20iperbolico.htm.
A presto, ciao!
Lunedì sera sono tornato a far visita ad un’amica… anzi due! Nel catalogo di Messier, infatti, il grazioso ricciolo della nebulosa di Orione è considerato un pezzo a se stante: M43.
Per la prima volta, con questa foto, ho provato ad integrare i dati da pose con diversi tempi di esposizione per evitare di avere le regioni centrali sovraesposte. Ci sono riuscito solo in parte, ma spero di poter rielaborare le foto in un secondo momento per ottenere un risultato migliore. Ma veniamo ai dati tecnici:
Canon EOS 1000D al fuoco diretto di un C11 con riduttore di focale a f/5.75 (focale equivalente 1610 mm, diametro 280 mm). Filtro Baader UHC-S. Ho scattato le foto a 400 ISO, con sottrazione automatica del rumore termico. La temperatura esterna era di circa -1°C. La trasparenza era molto buona, ma la turbolenza ha disturbato le foto. Elaborazione con IRIS e Photoshop
Ho fatto pose con diversi tempi di esposizione: quelle che sono venute meglio sono 18 foto da 20” ciascuna (andando oltre si iniziava a risentire della brezza di monte). Ho elaborato le 18 foto in diversi modi:
Ottenute queste immagini, mi sono divertito per una sera (meglio dire una notte, visto che sono andato a letto alle 03.40!) a incollarle una sull’altra con Photoshop per evitare la sovraesposizione delle regioni interne della nebulosa. Purtroppo per preservare i colori e non produrre un mostruoso effetto a strati ho dovuto alzare la luminosità delle zone interne, con conseguente perdita di contrasto. Nella immagine ottenuta con la semplice somma delle 18 foto le tre stelle allineate così come lo sbuffo di gas alla loro destra sono invisibili, invece qui si vedono bene. Il trapezio, invece, non sono riuscito a conservarlo.
Ho anche prodotto una versione senza utilizzare la somma finale delle 18 immagini non mediate: anche se può sembrare sciocco, l’ho fatto perché la somma finale era molto rumorosa, e nell’immagine in apertura ho dovuto agire sui livelli per scurire il fondo cielo e usare NoiseNinja per rimuovere il rumore. La seguente immagine è meno luminosa ma, a mio avviso, ha più contrasto ed è meno rumorosa.
Penso che entrambe siano valide: la prima per notare le zone più rarefatte della nebulosa, la seconda per il contrasto dei dettagli interni.
Infine, c’è da dire che ho anche provato a fare una posa singola da 300” (cinque minuti) per vedere come sarebbe venuta. A conferma del fatto che nell’astrofotografia del profondo cielo un’esposizione più lunga vale di più che la somma di esposizioni brevi, la foto singola mostra molti più dettagli di queste due che ho pubblicato qui. Tuttavia, finché non troverò un sistema per guidare il telescopio (dopo che sarò riuscito a collimarlo!) o per far saltare il monte Priaforà con una carica di trinitrotoluene, questo è il massimo che riesco a fare senza che le stelle diventino delle oblunghe ellissi… Intanto ho passato l’esame di teoria della patente. Quando avrò fatto anche la pratica, nulla mi vieterà di caricare C11 e Canon EOS e di portarli a spasso sopra i monti…
A presto,
Ciao!
Ehila! Avete visto tutti le nuove immagini del telescopio spaziale? Forse a breve farò un articoletto con qualche descrizione…
Nel frattempo, vi posto questa Nebulosa Laguna che ho fotografato durante l’estate ma che per inerzia, fino ad ora, non avevo caricato. L’immagine soffre di vistosi diffetti quali il rumore di fonto (sensibilità a 1600 ISO) e le stelle mosse. Ho cercato di mettere a fuoco quanto più possibile, tuttavia l’aria era abbastanza mossa, anche a causa del solito vento che si alza a mezzanotte. Ho anche duvuto utilizzare il filtro LPR della Celestron, altrimenti le luci di Schio avrebbero annegato la nebulosa, nell’inquinato cielo meridionale. Non ho scattato alcuna immagine di calibrazione, poiché, stranamente, quella notte ero stanchissimo.
Somma di Immagini non guidate per un totale di 12’31” a 1600 ISO con il filtro LPR Celestron. Il telescopio è un Maksutov-Cassegrain da 127mm di diametro con rapporto focale f/10. Tirava vento.
Eccovi la mia foto dell’ammasso globulare di Ercole, M13, ben visibile in queste notti!
Ho provato a seguire i consigli di Franco, un amico degli astrofili di Schio, ma a giudicare dal risultato non direi di esserci riuscito: nell’immagine è ben visibile il rumore della fotocamera, anche se ho scattato e sottratto le immagini dark. Ho costruito pure una maschera di Hartmann per mettere a fuoco gli oggetti: mi sembra di esserci riuscito in maniera discreta.
Come al solito, nonostante tutti i suoi difetti, per me la foto è molto bella. Il raffreddore che mi perseguita da cinque giorni un po’ meno…
La foto è una somma di 4 immagini da 30 secondi ciascuna a 400 ISO, con sottrazione di bias e dark frame e divisione per flat field, eseguita con il software Iris. Le immagini sono state ottenute con un telescopio Intes Micro M500 (Maksutov Cassegrain con diametro di 127mm, f/10), Montatura Equatoriale, Canon EOS 1000D. La messa a fuoco è stata eseguita con una maschera di Hartmann. La temperatura era di circa 20°C.
Powered by WordPress & Tema di Anders Norén